Discoteca Ultimo Impero
Esplorando il Passato: Luoghi Abbandonati
URBEX


Introduzione
I luoghi sono stati visitati in maniera rispettosa e senza arrecare alcun danno alle strutture.
La documentazione fotografica è fondamentale nel nostro intento di preservare la memoria storica di questi spazi. Fotografare questi luoghi non è solo un atto di registrazione, ma un modo per scoprire e comprendere la bellezza che risiede anche nella decadenza.
Le rovine danzanti
L’Ultimo Impero, inaugurato il 18 dicembre 1992, è stato per anni un punto di riferimento nel panorama delle discoteche italiane. Nel corso degli anni, l’Ultimo Impero ha ospitato alcuni dei DJ più noti del panorama elettronico italiano, come Gigi D’Agostino, Claudio Coccoluto e Gradiska, diventando un punto di riferimento per gli amanti della musica techno e progressive. Il locale si ispirava alla Baia Imperiale di Gabicce Mare e vantava una struttura imponente, con quattro piani, sette piste da ballo e una capacità di oltre 8.000 persone. C’era un tempo in cui questa discoteca era un faro della notte, una delle più grandi d’Europa, capace di attirare migliaia di persone da ogni parte d’Italia. Le sue sale immense, le luci abbaglianti e la musica che non si fermava mai lo avevano reso un vero e proprio tempio del divertimento degli anni ’90. Poi, nel gennaio del 1996, una retata della Guardia di Finanza portò al sequestro di biglietti falsi e al ritrovamento di sostanze stupefacenti all'interno del locale. Questo scandalo fiscale e sanitario segnò l'inizio del declino. L’Ultimo Impero riaprì nel 1998 con il nome di "Privilege", ma il suo splendore era ormai svanito. Successivamente, cambiò nome in "Templares" e infine in "Royal Fashion Club", ma nessuno di questi tentativi riuscì a restituirgli la fama di un tempo. La discoteca chiuse definitivamente nel 2010, e da allora, è rimasta in stato di abbandono.
Oggi l’Ultimo Impero è un gigante addormentato, un colosso vuoto che sopravvive come scheletro di cemento e ferro. Quando siamo usciti ci siamo fermati un attimo a guardare tutto intorno. Gran parte dell’arredamento era rimasto lì, sparso tra sedie, banconi e tavoli, e alcune salette private erano ancora ben riconoscibili. La moltitudine di bagni, alcuni con docce, e gli ampi scaloni che portavano ai vari piani rendevano evidente quanto fosse grande e articolato il locale. Alla fine ce ne siamo andati con la sensazione di aver esplorato qualcosa di davvero originale: un luogo che ci ha sorpresi e, per qualche ora, ci ha proiettati indietro negli anni ’90.


La sala da ballo principale


Il cortile interno
Scatti nella polvere
ritratti di un passato che ancora parla
























